24 ottobre 2008

Il mio sito

E adesso pure io ho un sito professionale: SagiTrad Grazie a Renato, il miglior amico che ci sia!!! :-)

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31 luglio 2008

La carta e l'inchiostro

Un foglio di carta , che stava sopra ad una scrivania insieme ad altri fogli uguali a lui, si trovò, un bel giorno, tutto pieno di segni. Una penna, bagnata di nerissimo inchiostro, aveva tracciato su di lui molti disegni e parole.
- Non potevi risparmiarmi questa umiliazione? - disse risentito il foglio di carta all'inchiostro. - Tu mi hai sporcato con il tuo nero d'inferno, mi hai rovinato per sempre!-
- Aspetta - gli rispose l'inchiostro. - Io non ti ho sporcato, ma ti ho rivestito di simboli. Ora tu non sei più un foglio di carta, ma sei un messaggio. Tu custodisci il pensiero dell'uomo, sei diventato uno strumento prezioso. -
Infatti, di lì a poco, rimettendo ordine sulla scrivania, qualcuno vide quei fogli sparsi e li radunò per buttarli nel fuoco. Ma, all'improvviso, si accorse del foglio "insudiciato" dall'inchiostro: e perciò buttò via gli altri e rimise al suo posto quello che portava, ben visibile, il messaggio dell'intelligenza.

Da Favole, Fo.III. 27 r. in Leonardo da Vinci. Favole e leggende, Giunti-Nardini editore, Firenze 1979

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14 giugno 2008

Recensione

Non c'entra con i contenuti del blog ma è una cosa che va detta. Il mio libro, del quale avevo parlato in questo post, ha avuto una bella recensione sul portale Athena Millennium.
Sono soddisfazioni :)

04 novembre 2007

La bimba e la castagna

"Perché mai, castagna buona, stai nascosta tra gli spini? Vuoi tu pungere i bambini che ti vogliono mangiar?"
"No, mia cara, la Natura una veste irta m’ha fatta perché io possa intatta la mia polpa per te conservar."



(Questa filastrocca me la recitava mia nonna quand'ero piccola. E oggi mia nonna compie 92 anni! :-))

04 ottobre 2007

Del santissimo miracolo che fece santo Francesco, quando convertì il ferocissimo lupo d'Agobbio.

Al tempo che santo Francesco dimorava nella città di Agobbio nel contado di Agobbio appari un lupo grandissimo, terribile e feroce, il quale non solamente divorava gli animali ma eziandio gli uomini, in tanto che tutti i cittadini stavano in gran paura, però che spesse volte s'appressava alla città, e tutti andavano armati quando uscivano della città, come s'eglino andassono a combattere; e con tutto ciò non si poteano difendere da lui, chi in lui si scontrava solo. E per paura di questo lupo e' vennono a tanto, che nessuno era ardito d'uscire fuori della terra.
Per la qual cosa avendo compassione santo Francesco agli uomini della terra, sì volle uscire fuori a questo lupo, bene che li cittadini al tutto non gliel consigliavano; e facendosi il segno della santissima croce, uscì fuori della terra egli co' suoi compagni, tutta la sua confidanza ponendo in Dio. E dubitando gli altri di andare più oltre, santo Francesco prese il cammino inverso il luogo dove era il lupo. Ed ecco che, vedendo molti cittadini li quali erano venuti a vedere cotesto miracolo, il detto lupo si fa incontro a santo Francesco, con la bocca aperta; ed appressandosi a lui, santo Francesco gli fa il segno della croce, e chiamollo a sé e disse così: “Vieni qui, frate lupo, io ti comando dalla parte di Cristo che tu non facci male né a me né a persona”. Mirabile cosa a dire! Immantanente che santo Francesco ebbe fatta la croce, il lupo terribile chiuse la bocca e ristette di correre: e fatto il comandamento, venne mansuetamente come agnello, e gittossi alli piedi di santo Francesco a giacere. E santo Francesco gli parlò così:
“Frate lupo, tu fai molti danni in queste partì, e hai fatti grandi malifici, guastando e uccidendo le creature di Dio sanza sua licenza; e non solamente hai uccise e divorate le bestie, ma hai avuto ardire d'uccidere uomini fatti alla immagine di Dio; per la qual cosa tu se' degno delle forche come ladro e omicida pessimo, e ogni gente grida e mormora di te, e tutta questa terra t'è nemica. Ma io voglio, frate lupo, far la pace fra te e costoro, sicché tu non gli offenda più, ed eglino ti perdonino ogni passata offesa, e né li omini né li canti ti perseguitino più”. E dette queste parole, il lupo con atti di corpo e di coda e di orecchi e con inchinare il capo mostrava d'accettare ciò che santo Francesco dicea e di volerlo osservare. Allora santo Francesco disse: “Frate lupo, poiché ti piace di fare e di tenere questa pace, io ti prometto ch'io ti farò dare le spese continuamente, mentre tu viverai, dagli uomini di questa terra, sicché tu non patirai più fame; imperò che io so bene che per la fame tu hai fatto ogni male. Ma poich'io t'accatto questa grazia, io voglio, frate lupo, che tu mi imprometta che tu non nocerai a nessuna persona umana né ad animale, promettimi tu questo?”. E il lupo, con inchinate di capo, fece evidente segnale che 'l prometteva. E santo Francesco sì dice: “Frate lupo, io voglio che tu mi facci fede di questa promessa, acciò ch'io me ne possa bene fidare”. E distendendo la mano santo Francesco per ricevere la sua fede, il lupo levò su il piè ritto dinanzi, e dimesticamente lo puose sopra la mano di santo Francesco, dandogli quello segnale ch'egli potea di fede.
E allora disse santo Francesco: “Frate lupo, io ti comando nel nome di Gesù Cristo, che tu venga ora meco sanza dubitare di nulla, e andiamo a fermare questa pace al nome di Dio”. E il lupo ubbidiente se ne va con lui a modo d'uno agnello mansueto, di che li cittadini, vedendo questo, fortemente si maravigliavano. E subitamente questa novità si seppe per tutta la città, di che ogni gente maschi e femmine, grandi e piccoli, giovani e vecchi, traggono alla piazza a vedere il lupo con santo Francesco. Ed essendo ivi bene raunato tutto 'l popolo, levasi su santo Francesco e predica loro dicendo, tra l'altre cose, come per li peccati Iddio permette cotali cose e pestilenze, e troppo è più pericolosa la fiamma dello inferno la quale ci ha a durare eternalemente alli dannati, che non è la rabbia dello lupo, il quale non può uccidere se non il corpo: “quanto è dunque da temere la bocca dello inferno, quando tanta moltitudine tiene in paura e in tremore la bocca d'un piccolo animale. Tornate dunque, carissimi, a Dio e fate degna penitenza de' vostri peccati, e Iddio vi libererà del lupo nel presente e nel futuro dal fuoco infernale”. E fatta la predica, disse santo Francesco: “Udite, fratelli miei: frate lupo, che è qui dinanzi da voi, sì m'ha promesso, e fattomene fede, di far pace con voi e di non offendervi mai in cosa nessuna, e voi gli promettete di dargli ogni dì le cose necessarie; ed io v'entro mallevadore per lui che 'l patto della pace egli osserverà fermamente”. Allora tutto il popolo a una voce promise di nutricarlo continuamente. E santo Francesco, dinanzi a tutti, disse al lupo: “E tu, frate lupo, prometti d'osservare a costoro il patto della pace, che tu non offenda né gli uomini, né gli animali né nessuna creatura?”. E il lupo inginocchiasi e inchina il capo e con atti mansueti di corpo e di coda e d'orecchi dimostrava, quanto è possibile, di volere servare loro ogni patto. Dice santo Francesco: “Frate lupo, io voglio che come tu mi desti fede di questa promessa fuori della porta, così dinanzi a tutto il popolo mi dia fede della tua promessa, che tu non mi ingannerai della mia promessa e malleveria ch'io ho fatta per te”. Allora il lupo levando il piè ritto, sì 'l puose in mano di santo Francesco. Onde tra questo atto e gli altri detti di sopra fu tanta allegrezza e ammirazione in tutto il popolo, sì per la divozione del Santo e sì per la novità del miracolo e sì per la pace del lupo, che tutti incominciarono a gridare al cielo, laudando e benedicendo Iddio, il quale si avea loro mandato santo Francesco, che per li suoi meriti gli avea liberati dalla bocca della crudele bestia. A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.

Da I Fioretti di San Francesco, capitolo XXI.

Dedicato alle povere bestiole del "Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise" uccise dalla ferocia di qualche nostro simile che si definisce "umano" e a tutte le povere creature vittime ogni giorno della crudeltà degli uomini. Perché gli animali non sono MAI cattivi, né fanno MAI del male per il gusto di farlo!

07 dicembre 2006

Il Natale del Re


Un racconto dall'Assia...anche se è più inqiuetante che "natalizio".

Dove ora si trova il Duomo di Francoforte, vi era al tempo di re Ludwig il Tedesco una cappella, chiamata Rudtlint, dedicata in seguito al Santo Salvatore e consacrata alla Vergine Maria da Carlo Magno. Ludwig il Tedesco stava celebrando il Natale nel suo palazzo a Francoforte sul Meno e aveva al contempo ivi indetto un’assemblea degli stati dell’impero.
Allora accadde che il Diavolo, assunto l’aspetto di un prete dallo spirito mite, si presentò a Karl, uno dei figli di Ludwig, e gli disse: “Ascolta, tu sei il più giovane tra i tuoi fratelli e tuo padre vuole lasciare il regno a tuo fratello Karlmann; ma il regno è stato destinato da Dio a te. Tuo padre vuole rovinarti e Iddio non intende tollerare siffatta cosa. Ma Karl s’indignò e si affrettò verso la cappella, nel mentre si volse e gridò: “Togliti di mezzo, diavolo tentatore! Tu non sei un messo dal Cielo!”. Ma il Diavolo lo seguì nella chiesa e disse: “Se io non fossi un messo dal Cielo, come potrei entrare nella Casa del Signore? Come potrei prendere il Sacramento dell’Altare, il Sacrificio benedetto della Messa?”. E annebbiò la mente di Karl con gli inganni dell’Inferno, celebrò la messa e porse a lui l’ostia benedetta. Ed egli attraverso l’ostia entrò in Karl e Karl fu così posseduto dal demonio.
In quel tempo si teneva l’assemblea degli stati dell’impero e, durante la seduta, Karl disse cose senza senso, si lacerò la bandoliera dai fianchi, gettò le spade nel mezzo della sala, strappò via la cintola e le vesti dal corpo e con violenza le buttò qua e là. Tutti gli astanti inorridirono. Ma i vescovi presero lui, così posseduto dal demonio, e lo portarono nella cappella. L’Arcivescovo iniziò a cantare per lui la messa: Karl allora iniziò a piangere e come la pena aumentava, a gridare forte e andò avanti così fino al termine della messa. Ma i preti non smisero di pregare finché non scacciarono il Nemico dal figlio del re e finché Karl non fu guarito dalla misericordia di Dio.
Anche re Ludwig passò un cupo Natale a Francoforte. Ma ciò che la malvagità del demonio aveva sussurato al figlio del re, si compì poco dopo: Karlmann e Ludwig morirono entrambi prima di lui, e Karl assunse la corona del regno tedesco; ma ciò durò poco, poiché egli fu colto dall’abbattimento e si mise nelle mani dei sacerdoti. I principi dell’impero lo destituirono e diedero la corona ad Arnulf, un figlio naturale di suo fratello Karlmann.

Fonte: http://www.sagen.at/
Traduzione di Sab

04 ottobre 2006

San Francesco d'Assisi - Cantico delle Creature [Multilanguage]


Immagine tratta dal sito del Vaticano

Cantico di Frate Sole o delle Creature

Altissimu, onnipotente bon Signore,
tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.


Ad te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.


5 Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual'è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione.

10 Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle:
in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.


Laudato si', mi' Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dài sustentamento.

15 Laudato si', mi' Signore, per sor'acqua.
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.


Laudato si', mi' Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.


20 Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.


Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore
et sostengo infirmitate et tribulatione.


25 Beati quelli ke 'l sosterrano in pace,
ka da te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a·cquelli ke morrano ne le peccata mortali; 30 beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicte mi' Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.

San Francesco d'Assisi, 1224.

Testo in formato elettronico tratto da Bibliotheca Augustana


Sonnengesang

Du höchster, mächtigster, guter Herr, Dir sind die Lieder des Lobes,
Ruhm und Ehre und jeglicher Dank geweiht; Dir nur gebühren sie,
Höchster, und keiner der Menschen ist würdig, Dich nur zu nennen.


Gelobt seist Du, Herr, mit allen Wesen, die Du geschaffen,
der edlen Herrin vor allem, Schwester Sonne,
die uns den Tag heraufführt und Licht mit ihren Strahlen,
die Schöne, spendet; gar prächtig in mächtigem Glanze:
Dein Gleichnis ist sie, Erhabener.


Gelobt seist Du, Herr,
durch Bruder Mond und die Sterne.
Durch Dich sie funkeln am Himmelsbogen
und leuchten köstlich und schön.


Gelobt seist Du, Herr,
durch Bruder Wind und Luft
und Wolke und Wetter,
die sanft oder streng, nach Deinem Willen,
die Wesen leiten, die durch Dich sind.


Gelobt seist Du, Herr,
durch Schwester Quelle:
Wie ist sie nütze in ihrer Demut,
wie köstlich und keusch!


Gelobt seist Du, Herr,
durch Bruder Feuer,
durch den Du zur Nacht uns leuchtest.
Schön und freundlich ist er am wohligen Herde,
mächtig als lodernden Brand.


Gelobt seist Du, Herr,
durch unsere Schwester, die Mutter Erde,
die gütig und stark uns trägt
und mancherlei Frucht uns bietet
mit farbigen Blumen und Kräutern.


Gelobt seist Du, Herr,
durch die, so vergeben um Deiner Liebe willen
Pein und Trübsal geduldig tragen.
Selig, die's überwinden im Frieden:
Du, Höchster, wirst sie belohnen.


Gelobt seist Du, Herr,
durch unsern Bruder, den leiblichen Tod;
ihm kann kein lebender Mensch entrinnen.
Wehe denen, die sterben in schweren Sünden!
Selig, die er in Deinem heiligsten Willen findet!


Denn Sie versehrt nicht der zweite Tod.
Lobet und preiset den Herrn!
Danket und dient Ihm in großer Demut!


Franz von Assisi, 1224.

Quelle: Wikipedia


The Canticle of the Sun
by Francis of Assisi


Most high, all powerful, all good Lord! All praise is yours, all glory, all honor, and all blessing. To you, alone, Most High, do they belong. No mortal lips are worthy to pronounce your name.

Be praised, my Lord, through all your creatures, especially through my lord Brother Sun, who brings the day; and you give light through him. A
nd he is beautiful and radiant in all his splendor! Of you, Most High, he bears the likeness.

Be praised, my Lord, through Sister Moon and the stars; in the heavens you have made them, precious and beautiful.

Be praised, my Lord, through Brothers Wind and Air, and clouds and storms, and all the weather, through which you give your creatures sustenance.

Be praised, My Lord, through Sister Water; she is very useful, and humble, and precious, and pure.

Be praised, my Lord, through Brother Fire, through whom you brighten the night. He is beautiful and cheerful, and powerful and strong.

Be praised, my Lord, through our sister Mother Earth, who feeds us and rules us, and produces various fruits with colored flowers and herbs.

Be praised, my Lord, through those who forgive for love of you; through those who endure sickness and trial. Happy those who endure in peace, for by you, Most High, they will be crowned.

Be praised, my Lord, through our Sister Bodily Death, from whose embrace no living person can escape. Woe to those who die in mortal sin! Happy those she finds doing your most holy will. The second death can do no harm to them.

Praise and bless my Lord, and give thanks, and serve him with great humility.

(translated by Bill Barrett from the
Umbrian text of the Assisi codex.)

Source: http://www.webster.edu/~barrettb/canticle.htm


Cantique des créatures

Très haut tout-puissant, bon Seigneur,

à toi sont les louanges, la gloire et l’honneur, et toute bénédiction.
À toi seul, Très-haut, ils conviennent

Et nul homme n’est digne de te mentionner.

Loué sois-tu, mon Seigneur, avec toutes tes créatures,


spécialement, monsieur frère Soleil,
lequel est le jour, et par lui tu nous illumines.
et il est beau et rayonnant avec grande spenleur,
de toi, Très-Haut, il porte la signification.


Loué sois-tu, mon Seigneur, par sœur Lune et les étoiles,
dans le ciel tu les as formées claire, précieuses et belles.


Loué sois-tu, mon Seigneur, par frère Vent,
et par l’air et le nuage et le ciel serein et tout temps,
par lesquels à tes créatures tu donnes soutien.


Loué sois-tu, mon Seigneur, par sœur Eau,
laquelle est très utile et humble, et précieuse et chaste.


Loué sois-tu, mon Seigneur, par frère feu
par lequel tu illumines dans la nuit,
et il est beau et joyeux et robuste et fort.


Loué sois-tu, mon Seigneur, par sœur notre mère Terre,
laquelle nous soutient et nous gouverne,
et produit divers fruits avec les fleurs colorées et l’herbe.


Loué sois-tu, mon Seigneur,
par ceux qui pardonnent pour ton amour
et supportent maladies et tribulations.
Heureux ceux qui les supporteront en paix,
car par toi, Très-Haut, ils seront courronnés.


Loué sois-tu, mon Seigneur, par sœur notre mort corporelle,
à laquelle nul homme vivant ne peut échaper.
Malheur à ceux qui mourront dans les péchés mortels.
heureux ceux qu’elle trouvera dans tes très saintes volontés,
car la seconde mort ne leur fera pas mal.


Louez et bénissez mon Seigneur,
et rendez-lui grâce et servez-le avec grande humilité.


François d'Assise

Récupérée de Wikipedia



Cántico de las Criaturas - Cántico del Hermano Sol

Altísimo, omnipotente, buen Señor, tuyas son las alabanzas, la gloria y el honor y toda bendición.

A ti sólo, Altísimo corresponden y ningún hombre es digno de mencionarte.

Alabado seas, mi Señor, con todas tus criaturas, especialmente messer hermano Sol, el cual es día, y nos iluminas por él. Y es bello y radiante con gran esplendor: de ti, Altísimo, lleva significación.

Alabado seas, mi Señor, por hermana Luna y las Estrellas: en el cielo las has formado claras, preciosas y bellas.

Alabado seas, mi Señor por hermano Viento, y por Aire y Nublo y Sereno y todo tiempo, por el cual a tus criaturas das sustento.

Alabado seas, mi Señor, por hermana Agua, la cual es muy útil y humilde y preciosa y casta.

Alabado seas, mi Señor, por hermano Fuego, por el cual nos alumbra la noche: y él es bello y jocundo y robusto y fuerte.


Alabado seas, mi Señor, por hermana nuestra madre Tierra, la cual nos sustenta y gobierna, y produce diversos frutos con coloridas flores y hierba.

Alabado seas, mi Señor, por aquellos que perdonan por tu amor y soportan enfermedad y tribulación. Dichosos aquellos que las sufrirán en paz, porque de ti, Altísimo, coronados serán.

Alabado seas, mi Señor, por hermana Muerte corporal, de la que ningún hombre viviente puede escapar: ¡Ay de aquellos que morirán en los pecados mortales! ¡Dichosos los que encontrará en tu santísima voluntad, porque la muerte segunda no les hará mal.

Alabad y bendecir a mi Señor y dadle gracias y servidlo con gran humildad.

San Francisco de Asís

Fuente: San Francisco y los Franciscanos